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Glee – 2×13 – Comeback

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glee - 2x13

Sì, è vero. Anche a Serialmente usiamo foto di uomini mezzi nudi per indurvi a leggere le recensioni. Ogni scusa è buona, e ora che siete qui… Here’s what you missed on Glee!

Comeback sembra un titolo appropriato per un episodio che forse sta segnando una buona svolta nella produzione di Glee. I superfan dello show sono liberi di augurarmi le peggiori sventure, ma fino a tre settimane fa la mia stima per la seconda stagione di Glee era equiparabile al sentimento che provo per la saga di Twilight: ma dobbiamo proprio andare avanti?

Per quanto (come Twilight d’altronde) fornitrice di momenti trash trash, le prime dieci puntate di Glee non hanno portato in tavola niente che ci tenesse irreversibilmente incollati allo schermo. O almeno, io la penso così.

E quindi che è questo comeback? Beh, bando alle ciance parliamo dell’episodio.

SUE-icide. I primi minuti della puntata ci offrono degli spunti davvero impagabili. Con un ritmo serrato e un’atmosfera da action-movie, Emma interrompe la lezione di Mr. Schue perché pare che Sue, dopo la sconfitta professionale subita (Quinn, Santana e Brittany che abbandonano le Cheerios impedendole di competere) abbia preso l’ultima risoluzione: SUE-icidarsi. La cosa ovviamente non succede, ma è palese che la un-tempo-temibile-e-ora-instabile coach della McKinley ha bisogno di qualcosa per uscire dal suo stato di depressione clinica. Anche perché sta diventando violenta (ehm, più del solito diciamo). Ed ecco che arriva l’idea: Sue dovrebbe unirsi al Glee club. Quale cura migliore di una frotta di ragazzini canterini per sollevare l’animo sfiduciato di una disturbata insegnante di ginnastica di mezza età dagli istinti violenti? La Pillsbury ovviamente è documentata in proposito (la sua battuta “I have a pamphlet” sembra una potenziale soluzione a qualsiasi ipotetico problema) e, nonostante il nesso sia discutibile, questo è quello che succede. Citazione memorabile di Sue: I’m so sorry for not being sorry for interrupting.

Who’s more Rock’N’Roll than Justin Bieber? Okay, parliamone. Perché alla fine questa Biber-Storyline poteva essere un disastro di dimensioni spaventevoli e invece secondo me si è salvata in corner. Sam scopre il potenziale attrattivo di Justin Bieber e inizia una one-man-band chiamata “The Bieber Experience” (ugh, infelicità). Ad ogni modo la prima performance di Sam davanti al Glee Club è abbastanza terribile da poter essere una scelta intenzionale, ma dopo l’inizio abbastanza osceno parte un ritmo quasi piacevole e il tutto alla fine non risulta nemmeno così pessimo (si faccia eccezione per alcune mosse di ballo che sono oggettivamente improponibili). Tutte le donne si sciolgono in un brodo di giuggiole che un’ondata ormonale era la stessa cosa, e gli altri ragazzi del Club – che prima si prendevano gioco di lui – finalmente vedono il potenziale di Bieber, e vogliono unirsi. Con questo siamo deliziati da un secondo numero a tema, che però non è l’oscenità che sarebbe potuta essere: anzi, non è niente male (e non mi vergogno di dirlo).

The comeback. Nel frattempo Rachel sta cercando di fare un grande comeback (non si sa esattamente da che cosa lei voglia tornare, visto che non ha mai occupato una posizione particolarmente alta nel ranking di personalità liceali, il che le verrà poco sensibilmente ricordato più avanti nell’episodio) e ha deciso di usare Brittany come fashion icon per conquistare i cuori e le menti della McKinley. In ogni caso vedere Brittany che diventa Fashion Queen è un picco di genio di cui raramente abbiamo avuto esperienza nella storia della televisione seriale, e mi ha divertito troppo. Anche se è a tratti uno steal da Mean Girls.

Altre cose che succedono nella puntata? THE DIVA-OFF. Sue cerca di distruggere il Glee Club dall’interno mettendo in competizione Rachel e Mercedes: il piano fallisce ma le due ci offrono un duetto davvero fantastico, in cui non si sa chi abbia più talento tra le due, entrambe meravigliose. BITCHES AT WAR. Dopo aver tentato di riconquistarla, Sam si rende conto (con un “piccolo aiuto” da parte di Santana) di quel che è ovvio, ovvero che Quinn si è fatta Finn (l’assonanza è fastidiosa), e quindi decide che è stufo, e che preferisce stare con la cattivona (“despite the fact that your mouth-to-face ratio is way off, you still manage to be cute”: non mi stancherò mai delle battute sulla enorme bocca di Sam). LAUREN ZIZES: E’ uno dei personaggi che più fa ridere ultimamente, ma mamma mia ditemi se non è davvero TANTA. La storia d’amore/perversione che ha con Puck ci regala ogni volta alcuni scambi di battute davvero surreali, ma ci piace come la cosa sta evolvendo (e, on a different note, ogni scusa è buona per vedere Mike e Sam in mutande mentre Lauren canta la sua canzone).

Quello che rende davvero interessante la puntata è il finale: quando sembra che Sue abbia quasi abbracciato lo spirito del Glee Club (non ci avevamo creduto nemmeno un secondo: non ci freghi Ryan Murphy muhahah!), ecco che la crudele insegnante torna con una notizia gigantesca. Sarà lei la coach degli Oral Intensity, con cui i ragazzi della McKinley dovranno competere ai regionals. Una trovata davvero interessante che (finalmente) ci fa domandare su cosa aspettarci dalle prossime puntate.

Sembra che Glee stia trovando finalmente il proprio spirito e la propria identità senza scadere in surrealismi inutili e giustamente dosando ironia e paradosso. Ci piace questo cambiamento di rotta (o aggiustamento di tiro, se preferite) e stiamo a vedere a cosa porterà! In ogni caso, tre stelle e mezzo alla puntata, che non è un capolavoro, ma indica la direzione giusta.

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